Il lavoro a Casalecchio di Reno

La crisi economica ha avuto conseguenze importanti anche nella nostra realtà locale. La perdita di posti di lavoro è stata consistente. Le conseguenze su molte famiglie pesanti.
Sono aumentate le richieste di aiuto ai servizi sociali proprio in conseguenza della mancanza di lavoro che ha portato in molti casi al non pagamento degli affitti e l’aumento degli sfratti per morosità.
Sono cresciuti i casi dove emergono problemi di sussistenza, spesso con la presenza in famiglia di minori.
Molti cittadini si rivolgono all’Amministrazione Comunale per la carenza di lavoro. Noi possiamo indicare strade e soprattutto sostenere le famiglie in difficoltà. Qualche occasione l’abbiamo creata attraverso il progetto badando, con liste di assistenti familiari qualificate grazie ai nostri corsi e possono essere chiamate dalle famiglie con anziani non autosufficienti. Stiamo per avviare progetti sperimentali che aiutino a sviluppare esperienze d’imprenditorialità, coinvolgendo forze sociali e produttive.
Nel 2013 abbiamo destinato cifre importanti del bilancio attraverso la gestione di Asc Insieme per le persone in difficoltà, riuscendo a sostenere tante situazioni.
Le aziende casalecchiesi negli anni scorsi, in particolare a partire dal 2008, hanno affrontato le difficoltà derivanti dalla situazione italiana e internazionale. Quelle che lavoravano esclusivamente per il mercato interno hanno subito pesanti conseguenze, arrivando in diversi casi alla chiusura.
Gli ammortizzatori sociali come la cassa integrazione sono stati usati per cercare di riorganizzare le imprese o accompagnare i lavoratori prossimi alla pensione. Molti posti di lavoro in questi anni si sono persi.
Oggi le aziende rimaste aperte (circa una cinquantina metalmeccaniche per un migliaio di lavoratori e una quarantina legate al mondo artigiano), in gran parte hanno trovato un loro equilibrio produttivo, lavorando in parte verso l’estero. Qualcuna si sta anche espandendo. Molte hanno anche avuto la capacità di aggiornarsi investendo e quindi di prepararsi a una ripresa della domanda. Resta qualche caso dove potrebbero prodursi crisi aziendali.
Questo in un contesto generale, dove la crisi economica non è ancora terminata e se segnali di ripresa possono intravedersi, non danno ancora fiducia sulle prospettive. Le commesse hanno andamenti irregolari e questo è il motivo fondamentale di un’estrema prudenza che ora il mondo delle imprese tiene rispetto a nuove assunzioni. Naturalmente rispetto ai problemi della ripresa economica e produttiva conteranno molto le politiche che si potranno sviluppare a livello nazionale, se pensiamo che manca da anni una seria politica industriale e di sviluppo del Paese.
A livello locale occorre capire come contribuire a creare le condizioni dello sviluppo. La recente scelta della multinazionale Philip Morris, in accordo con le Istituzioni locali di Crespellano e provinciali, di aprire un nuovo stabilimento che darà occupazione a circa 600 persone (con probabili conseguenze positive nell’indotto dell’intera zona), è un segnale importante e un esempio di come l’impegno delle istituzioni, assieme alle realtà produttive e sociali, può creare le condizioni di occupazione e benessere.
E’ quindi importante avere un territorio con servizi e infrastrutture che agevolino gli insediamenti produttivi che possono quindi operare con maggiore facilità. Non sono solo le strade o i servizi diretti alle imprese, ma il contesto sociale e di servizio (ad esempio i nidi o le strutture per gli anziani non autosufficienti) per chi lavora nelle aziende e che diventa un valore strategico per sviluppare attività sul territorio.
Occorre ragionare anche sul cambiamento del sistema di collocamento lavorativo in forte raccordo con quello formativo e quindi scolastico.
Sarebbe strategico avere nei Comuni la gestione della materia del lavoro che oggi compete alla Provincia, che sarà superata con la creazione della Città Metropolitana. Questo potrebbe consentire un coordinamento più vicino al territorio, avviando uno sportello lavoro dei Comuni strettamente legato alle realtà produttive.
Per questo, i prossimi anni le innovazioni istituzionali, saranno importanti per costruire politiche sovracomunali forti e che agevolino lo sviluppo. Questo lo si potrà attuare dando contenuto e ruolo all’Unione dei Comuni che prenderà avvio dal primo di gennaio del 2015.
Non più politiche solo comunali, ma anche di area distrettuale per portare benefici in termini di servizi e di creazione di maggiore occupazione. Certamente dipenderà dalle scelte che, faremo che a mio avviso, dovranno essere innovative e di forte cambiamento.

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